I primi sperimenti con prototipi Life Aquemfree offrono risultati “molto soddisfacenti”

I primi sperimenti con prototipi Life Aquemfree offrono risultati “molto soddisfacenti”

I primi sperimenti con prototipi all’interno del progetto LIFE-Aquemfree effettuati sul terreno, sia durante i mesi estivi dello scorso anno come nei mesi di novembre e dicembre, hanno offerto risultati “molto soddisfacenti”, secondo il dottore José Fenoll, coordinatore scientifico del progetto che, nonostante tutto, ha ricordato le caratteristiche insolite dell’inverno nella Regione di Murcia, in cui le “temperature sono state più miti rispetto agli ultimi anni”.

L’obiettivo del progetto Aquemfree, co-finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, è la decontaminazione, mediante fotocatalisi solare all’interno dei terreni agricoli, delle acque reflue con prodotti fitosanitari provenienti da residui, risciacqui e lavaggi.

Fenoll ha affermato che nel mese di giugno dello sorso anno sono iniziati i primi sperimenti con diversi processi fotocatalici nel prototipo installato nel Terreno Torreblanca dell’Istituto Murciano di Ricerca e Sviluppo Agrario e Alimentare (IMIDA), situato a Torre Pacheco (Murcia).

I primi esperimenti di luglio e agosto sono stati molto “soddisfacenti” in entrambi i processi provati, uno solo ossidante e l’altro ossidante più un materiale semiconduttore come TiO2. Difatti, Fenoll ha confermato che entrambe le procedure “hanno favorito la degradazione praticamente totale delle 42 materie attive collaudate dopo pochi giorni dall’inizio del trattamento”:

Nei mesi di novembre e dicembre, quando la radiazione solare diminuisce considerevolmente, è stato effettuato uno sperimento simile e si è ottenuta una “degradazione praticamente totale di tutte le materie attive collaudate”, ha commentato Fenoll aggiungendo che “il tempo necessario per eliminare questi residui è stato leggermente superiore rispetto agli sperimenti effettuati durante il periodo estivo”.

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Nonostante l’efficacia di entrambi i trattamenti, la velocità di degradazione è stata maggiore nelle prove in cui è stata utilizzata la combinazione di ossidante e ossido di titanio (TiO2). Tra gli inconvenienti, Fenoll indica che quest’ultimo richiede una membrana di ultrafiltrazione per separare le particelle in sospensione dell’ossido di titanio e che, stando al modello incorporato al prototipo, ha dimostrato di essere efficace.

Infine, Fenoll ha commentato che nei prototipi che si installeranno prossimamente nei terreni agricoli che partecipano al progetto, si studierà anche se la quantità di radiazione UVA

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